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Francisco Negrin, Il Trovatore è un’opera moderna


21 Lug, 2013

MACERATA. Amore e desiderio di vendetta. Ecco uno dei temi del secondo appuntamento degli Aperitivi Culturali, che ha visto protagonisti il critico musicale Enrico Girardi e Francisco Negrin, regista de “Il trovatore” che ha debuttato nella serata.

Prima di gustare l’aperitivo offerto dal Doppio Zero Lab, Enrico Girardi, musicologo e firma del Corriere della Sera, ha svelato alcuni retroscena e contestualizzato questa opera considerata uno spartiacque della produzione verdiana: Il Trovatore sta a Verdi come la Sinfonia n.5 sta a Beethoven.

Particolarmente interessanti sono stati i passaggi relativi alla collaborazione con il librettista Cammarano, basato su una profonda e rara stima da parte di Verdi, e alla analisi dei temi che rendono Il trovatore un’opera moderna, che indaga la duplicità degli animi dei personaggi combattuti tra amore e desiderio di vendetta. Oltre a qualche curiosità sull’allestimento scenografico, è proprio sulla complessità dei personaggi che il regista Negrin ha voluto soffermarsi, specialmente su quelli femminili. Azucena, ossessionata e tormentata dagli spiriti della madre e del figlio morti al rogo, è la vera protagonista della storia. La sua sete di vendetta avvolge, come una ragnatela, Manrico e Leonora, quest’ultima simbolo dell’amore impossibile, incondizionato e fatalmente tragico.

Hanno partecipato all’incontro, che si è svolto nelle sale degli Antichi Forni, anche il sindaco Romano Carancini e il direttore artistico Francesco Micheli.