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Un viaggio intrecciato tra psiche e arte “dentro” la trama del Trovatore


28 Lug, 2013

MACERATA. A cavallo con la prima replica de Il Trovatore, l’Aperitivo Culturale di sabato 27 luglio ha ospitato il critico musicale Fabio Brisighelli che, per l’occasione, ha offerto una sua avvincente analisi attorno ai temi portanti dell’opera. Un focus particolare è stato dedicato alla figura di Azucena, la più controversa e complessa della trama. L’odio e la sete di vendetta che segnano fortemente la zingara de Il Trovatore non esauriscono l’anima del personaggio, che ricopre, anche, il ruolo di madre amorosa in pena per la sorte del figlio Manrico.

Secondo Brisighelli la duplice personalità di Azucena è una caratteristica che accomuna molti soggetti di Verdi, aspetto che promuove diverse chiavi di lettura interpretative delle sue opere. Lo stesso Conte di Luna, pur essendo accecato dalla gelosia ed avendo l’ingrato compito di “chiudere il cerchio” e di provocare la tragedia che Azucena non era riuscita a portare a compimento, non è un vero antagonista, guidato unicamente da sentimenti di negatività, ma è anche un amante appassionato che soffre in quanto non corrisposto dalla sua amata Leonora. L’ambiguità che avvolge la trama viene accentuata dalle ombre che nell’opera sostituiscono le cose reali, trascinando i personaggi all’interno di un’atmosfera sospesa, indefinita, dove non sono i fatti ad essere narrati, ma i riscontri che questi hanno sui protagonisti.

Azucena, Manrico, Il Conte di Luna e Leonora subiscono i retaggi di un passato che non li abbandona, ma li condanna ad un destino atroce dal quale non possono fuggire.